Qualche mese fa io, il mio ragazzo ed una mia amica abbiamo approfittato delle Giornate Europee del Patrimonio, siamo andati in centro e abbiamo scelto un museo per uno da visitare. Per la verità volevamo partecipare a qualche visita guidata in occasione delle aperture straordinarie, in particolare della Biblioteca Medicea Laurenziana, ma la prenotazione era obbligatoria e non siamo riusciti a spuntarla...
Quindi siamo andati allo sbaraglio, tanto siamo a Firenze, ci sono così tanti musei che è quasi impossibile visitarli tutti.
L'Opificio delle Pietre Dure è il museo che ho scelto io, o meglio abbiamo scelto io e la mia amica, visto che ci eravamo già accordate segretamente per scegliere entrambe un museo che piacesse anche all'altra :-) Ma per fortuna è piaciuto un sacco anche al mio ragazzo.
Il museo è in via degli Alfani, proprio dietro alla Galleria dell'Accademia, dove c'è sempre una fila mostruosa... invece al Museo dell'Opificio non c'era quasi nessuno, perchè è molto meno conosciuto ma altrettanto interessante.
In origine l'Opificio aveva sede agli Uffizi, fu fondato dal granduca Ferdinando come laboratorio di produzione di opere. Successivamente ha traslocato nella sede attuale ed è diventato un importantissimo laboratorio di restauro di opere d'arte.
Il museo annesso raccoglie le opere prodotte dall'opificio nei secoli, ma visto che i capolavori usciti da qui sono finiti nelle case signorili, nelle regge e nei musei di tutto il mondo, o sono stati donati dai grandichi agli amici, qua sono raccolti gli oggetti incompiuti, imperfetti, non consegnati o smontati in parti.
L'edificio che ospita il museo è stato restaurato nel 1995 dal professor Natalini, ed è un ulteriore valore aggiunto di questo museo.
L'esposizione raccoglie oggetti veramente bellissimi realizzati in pietre dure di ogni tipo, con tecniche varie: intarsio, pittura, scultura... Le mani che hanno lavorato e plasmato le pietre erano abilissime, hanno realizzato dei disegni ricchissimi di particolari, di colori e di forme complesse, tagliando al millesimo le lastre di pietra e assemblandole insieme per creare degl intarsi di una perfezione assoluta. Fiori, foglie, animali, nature morte, vengono rppresentati su ogni tipo di oggetto: piani di tavoli, camini, tabacchiere, vasi, arredi sacri. I colori sono quelli delle tantissime varietà di pietre, finemente tagliate e unite, con le loro tonalità e texture che danno un incredibile effetto tridimensionale.
I piani dei tavoli sono sicuramente gli oggetti più numerosi e sono stupendi: generalmente hanno il piano di pietra nera e lucida, su cui sono stati realizzati i disegni ad intarsio o a pittura; alcuni sono realizzati con tecnica mista. Le pietre creano degli effetti spettacolari: una pietra marroncina, striata come una tavola di legno diventa la cass di un violino; una pietra rosata che sfuma in arancio diventa una pesca, un diaspro rosso dalla grana fine diventa un intricato ramo di corallo... sono stati realizzati con una precisione artigianale incredibile, i particolari sono dettagliaissimi, vi assicuro che danno proprio un effetto tridimensionale, ed è sorprendente come la scelta della giusta pietra possa riprodurre con esatezza il colore e la texture di altri materiali.
Oltre ai piani dei tavoli gli oggetti che mi sono piaciuti di più sono stati un maestoso camino russo gigantesco, interamente realizzato in diaspro verde smeraldo e rame, ed uno stipo in legno del '600 spettacolare: uno di quei mobili pieni di cassettini, che nella forma imita in tutto e per tutto un palazzo rinascinamentale, ogni cassettino decorato con una lastra di pietra raffigurante un uccello esotico realizzato ad intaglio. Veramente splendido, starebbe benissimo nella mia camera!
Al piano terra c'è l'esposizione delle opere uscite dai magazzini dell'Opificio, mentre sul soppalco c'è una piccola sezione dedicata all'Opificio vero e proprio: infatti raccoglie numerosi strumenti d'epoca per la lavorazione e il taglio delle pietre dure, oltre che una ricchissima collezione di campioni di pietre utilizzate per le opere: marmi di ogni colore, diaspri variopinti e di varie grane, lapislazzuli azzurrissimi sbrilluccicanti di pagliuzze d'oro, lumachelle (le pietre con le chioccioline dentro, stupende!), quarzi, basalti, graniti...
Alla fine dell'esposizione c'è un grosso vaso lasciato incompiuto, è molto interessante perchè permette di capire come venivano realizzati gli intarsi e gli alloggi scavati nella base per contenere le tessere.
Questo museo è piaciuto tantissimo a tutti e tre, siamo usciti con gli occhi pieni di meraviglia, e col desiderio segreto di possedere lo stipo-palazzo con i pennuti.
Noi siamo entrati gratis grazie alle Giornate Europee del Patrimonio, ma il biglietto costa solo due euro, e ne vale assolutamente la pena, anzi è poco! Comunque non avrei pagato lo stesso perchè il biglietto è gratis per numerosissime categorie, tra cui gli studenti della facoltà di Architettura e dell'Accademia di Belle Arti.
All'interno è proibito scattare fotografie, ma in rete si trovano molte immagini dei capolavori esposti all'Opificio delle Pietre Dure: