Qualche giorno fa sono stata a visitare questo museo, uno dei più importanti di Livorno, dopo tanti anni. L’ultima volta c’ero stata in gita con la scuola troppi anni fa, ormai non mi ricordavo nemmeno com’era, e poi adesso posso vederlo con altri occhi e apprezzarlo sicuramente di più, infatti così è stato.
Il museo è ospitato nella bellissima ottocentesca villa Mimbelli, una cornice altrettanto suggestiva e interessante dell’esposizione. La villa è sontuosa, in stile eclettico, piena di stanze riccamente decorate in stili diversi.
Alcune sale sono davvero spettacolari, come la curiosa sala turca con bellissimi mosaici rosso, azzurro e oro, la sala da ballo, tutta dorata e ricoperta di specchi, e la sala adiacente, con un caminetto ornato da putti e pennuti esotici ed un bellissimo affresco sul soffitto, che rappresenta l’inaugurazione del monumento ai Quattro Mori, in primo piano Ferdinando II presenta a Vittoria della Rovere lo scultore Pietro Tacca, che realizzò le statue dei Mori. Sullo sfondo la Fortezza Vecchia e i livornesi.
Lo scalone centrale è pazzesco, il vano è completamente affrescato con scorci della città di Livorno, e la balaustra è ornata da statue di ceramica di putti, ognuno in una posa diversa.
Insomma, anche se non ci fosse dentro il museo Fattori la villa è talmente ricca e affascinante che vale la pena visitarla, ma comunque anche l’esposizione è di notevole interesse. Al piano terra sono esposte alcune opere di artisti moderni livornesi o legati alla città, ma non mi hanno colpito particolarmente.
Sicuramente più interessante sono il primo e il secondo piano, che ospitano i pezzi forti del museo, ovvero la collezione di opere dei pittori macchiaioli, e principalmente di Giovanni Fattori. Le opere di Giovanni Fattori comprendono alcune incisioni ma soprattutto quadri, che spaziano dai primi lavori della seconda metà dell’800, grandi tele raffiguranti battaglie e momenti salienti della lotta per l’Unità d’Italia (Fattori partecipò attivamente alle battaglie risorgimentali), a quelli più propriamente legati alla corrente dei Macchiaioli, dove spesso rappresenta scene di vita delle campagne e momenti quotidiani.
Tutte le sue opere sono caratterizzate dalla grande attenzione al paesaggio, quello che lui amava di più, la Maremma, Livorno, la Toscana. I personaggi sembrano quasi un pretesto per raffigurare le colline, i campi, i buoi massicci, le tamerici spazzate dal vento, paesaggi vibranti ed emozionanti.
Nel museo sono esposti anche alcuni effetti personali del pittore, come il letto (piccino!) e il torchio che usava per le incisioni.
Per fornire un’idea del contesto culturale e artistico dell’epoca e del luogo sono esposte anche numerose opere di altri pittori macchiaioli, come Silvestro Lega, Vincenzo Cabianca, Telemaco Signorini, Giovanni Boldini. Una sala intera è dedicata all’allievo di Fattori, Plinio Novellini, ed una ai ritratti di Gordigiani e Vittorio Corcos. Quest’ultimo pittore non lo conoscevo bene, ma sono rimasta davvero colpita dai suoi ritratti, molto espressivi, particolari e con una certa vena ironica che sembra uscire dagli sguardi sornioni, dai sorrisetti dei personaggi e dagli sfondi, a volte piuttosto insoliti.
Insomma, una tappa da non perdere durante una visita a Livorno, la villa è davvero spettacolare, e l’esposizione è molto interessante e coinvolgente, sia per gli appassionati d’arte moderna che per i semplici curiosi.
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