lunedì 11 luglio 2011

museo di Storia Naturale del Mediterraneo, Livorno

Qualche settimana fa con mia mamma ci siamo finalmente decise a visitare il museo di Storia Naturale del Mediterraneo, un museo che avevo visitato da piccolissima, prima del restauro e dell’ampliamento con nuove sale e nuove collezioni.
Soprattutto volevo vedere lo scheletro della balena Annie, una balenottera comune che nel 1990 si spiaggiò sulle coste livornesi.

Il museo è ospitato a villa Henderson, che dopo il restauro è diventata davvero bella e particolare, per il connubio tra architettura tradizionale e moderna. L’edificio principale, quello della villa ottocentesca, è affiancato da una nuova struttura in acciaio e vetro; dietro alla villa c’è un piccolo orto botanico e altri due padiglioni, quello degli invertebrati e la serra in vetro e acciaio che ospita mostre temporanee. Ma la struttura più notevole è sicuramente la sala del mare, di cui vi parlerò più avanti.

Abbiamo seguito il percorso che ci ha consigliato l’addetta al museo, cominciando dall’edificio principale, e dalla sala dedicata alla preistoria dell’uomo. Una sala abbastanza interessante, che espone alcuni reperti di manufatti in pietra e argilla e fossili di vario tipo, ritrovati nel territorio livornese, e parecchie riproduzioni di ritrovamenti archeologici ben più importanti come la grotta di Lescaux.
Poi abbiamo proseguito con la sala dedicata alla geologia, soprattutto dell’area livornese, con numerosi minerali, cristalli, geodi, e una curiosa vetrina con minerali fosforescenti. Queste due sezioni le ho trovate interessanti si, ma non troppo…
La sezione successiva, al primo piano è dedicata al volo in natura, e mi pare specificatamente pensata per i ragazzi. Contiene alcune riproduzioni giganti di insetti e uccelli, e vetrine con animali imbalsamati (insetti, farfalle, pipistrelli). Carino l’excursus sui semi di alcune specie che utilizzano strategie di volo per propagarsi.

la mia mamma e una libellula gigante nella sala dedicata al volo in natura

Quindi siamo uscite in giardino e ci siamo dedicate alla serra delle esposizioni temporanee, che ci è piaciuta molto, sia per l’ambiente luminoso e piacevole che per l’esposizione che c’era in quel momento, dedicata all’antico Portus Pisanus, ovvero l’insediamento romano che si trovava dove adesso c’è Livorno. Erano esposte numerose anfore e altri manufatti di argilla, alcuni molto curiosi perchè scarti della fornace dove erano rimaste impresse le impronte delle dita del vasaio o delle zampette di qualche animaletto di passaggio, o addirittura del sandalo di un soldato romano.
Numerosi pannelli spiegavano i reperti, la loro funzione e la vita e l’organizzazione del Portus Pisanus; davvero curioso e interessante l’approfondimento sul “garum”, una salsa di pesce tipica della zona, molto apprezzata all’epoca romana (tanto che veniva esportata in molte province), ma che in realtà mi pare una schifezza: un mix di interiora di pesce marcio, spezie e altra roba assai poco appetitosa, ma di cui sono state trovate tantissime tracce. Mia mamma poi ha simpaticamente proposto garum per cena :-D

la serra delle esposizioni temporanee
Siccome il tempo stringeva abbiamo saltato la sala dgli invertebrati (peccato, mi piacciono!) e siamo passate alla cosa che ci ispirava di più: la sala del mare.
Si tratta di una grande sala isolata dall’edificio principale, parzialmente interrata e con una copertura moderna e dalla forma sinuosa che ricorda il profilo di una balena che emerge dall’acqua. Ed infatti la sala contiene proprio balene all’interno. Il grande spazio interno è illuminato da luci soffuse molto suggestive, e al centro sono esposti due enormi scheletri, uno di capodoglio ed uno della enorme e mitica balenottera Annie. Mitica per me, perché quando si spiaggiò vicino a Livorno io avevo 10 anni, e mio nonno mi portò a vedere lo spettacolo della balena appena morta (probabilmente di malattia perché era messa piuttosto male).
Inoltre sono presenti alcuni diorami di ecosistemi marini (carini e ben fatti ma poco interessanti) e sono esposti altri scheletri di cetacei nelle vetrine disposte sulle pareti, e due “dolio”, enormi orci di terracotta che i romani interravano, per la conservazione di alimenti e liquidi, ritrovati nel mare davanti a Livorno dai sommozzatori dei pompieri.

la sala del mare dall'esterno

La visita ci è piaciuta tanto, sia a me che a mia mamma, soprattutto la sala del mare, spettacolare per l’architettura e per gli scheletri enormi, ma anche la mostra sul Portus Pisanus era notevole.

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